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Coronavirus: cosa cambia per il turismo

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Economisti ed esperti sembrano d’accordo: la pandemia da COVID-19, o Coronavirus, avrà ripercussioni importanti sul turismo globale. I primi effetti sono già facilmente osservabili.

Migliaia di turisti stanno, infatti, cancellando le proprie prenotazioni e gli aeroporti che non chiudono sono semivuoti. Con l’avvento del virus aumentano anche i dubbi sulla sicurezza degli aeromobili e sulla possibilità di contagio in volo.

In questo articolo analizzeremo i possibili effetti della pandemia sul turismo in Italia e nel mondo. Discuteremo poi della sicurezza degli aeromobili e della probabilità di contrarre infezioni in volo.

Turismo italiano in difficoltà

Il turismo è fondamentale per l’economia italiana. Basti pensare che il 13,2% del PIL del nostro paese si basa su questo settore. Il dilagare del Coronavirus sta, però, avendo ripercussioni importanti su questa attività. Anche per questo, infatti, la crescita economica del nostro paese per il 2020 sarà pari allo 0%.

Il Sole 24 Ore ha stimato una perdita di 7,4 miliardi di euro tra l’1 Marzo e il 31 Maggio per il settore turistico. Saranno, infatti, oltre 31 milioni in meno i turisti che visiteranno il nostro paese nel trimestre attuale.

Queste stime tengono conto solo delle prenotazioni di alloggi e biglietti di viaggio. Non includono, infatti, le spese che i turisti avrebbero sostenuto in visite e ristoranti una volta in Italia. Le perdite effettive saranno, quindi, ancora più elevate.

I dati provengono da Confturismo e Confcommercio, che hanno esposto la propria preoccupazione, soprattutto per l’economia delle città più visitate. Roma è, per esempio, la quindicesima città più visitata la mondo, con oltre 21 milioni di turisti all’anno.

A causa della paura del contagio e dei divieti imposti dalle autorità governative molti turisti hanno disdetto le proprie prenotazioni. La percentuale di viaggi cancellati per il mese di Marzo tocca il 90% a Roma e l’80% in Sicilia.

Coronavirus e turismo globale

A mettere in ginocchio il turismo globale non è però solo la paura del contagio. Alcuni governi, tra cui quello italiano, hanno messo a punto misure drastiche che restringono la possibilità di viaggiare dei cittadini. Infatti, con l’eccezione di necessità serie e comprovate, agli italiani è per legge proibito lasciare il paese.

L’Italia non è l’unico paese ad avere approvato simili misure. Israele ha, per esempio, vietato l’accesso a chiunque provenga dall’Italia. L’agenzia federale russa per il turismo Rosturizm ha sospeso la vendita di viaggi e pacchetti per il nostro paese.

Il presidente statunitense Trump ha recentemente bandito tutti gli arrivi dall’area Schengen, dunque anche dall’Italia. L’accesso al paese è inoltre vietato per chiunque sia stato in territorio europeo nei 14 giorni precedenti all’arrivo negli USA.

Queste misure hanno già mostrato effetti sul turismo globale, che calerà del 9,1% nel 2020 rispetto all’anno precedente. I paesi che maggiormente dipendono dal turismo saranno i primi a soffrirne le conseguenze. Tra questi figurano:

  • Filippine, il cui PIL dipende al 24,7% dal turismo,
  • Grecia, per cui questa percentuale corrisponde al 20,6%,
  • Portogallo, per il quale le entrate dal turismo corrispondono al 19,1% del PIL.

Effetti del Coronavirus sul turismo negli USA

Il turismo negli Stati Uniti non è immune alla crisi causata dal Coronavirus. Le agenzie di viaggi, gli albergatori e i ristoratori sono già in allarme a causa delle nuove direttive presidenziali.

Secondo gli esperti di Tourism Economics l’industria del turismo statunitense potrebbe subire i seguenti effetti:

  • una perdita di almeno 24 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra 7 volte superiore ai danni economici causati dalla SARS nel 2003;
  • 8,2 milioni di turisti in meno per il 2020. Anche in questo caso si tratta di una cifra senza precedenti. Gli attentati terroristi dell’11 Settembre 2001 avevano portato alla perdita di 7,7 milioni di turisti internazionali.

Queste stime potrebbero, però, non rappresentare il reale effetto dell’epidemia sul turismo statunitense. Negli Stati Uniti, infatti, il contagio da Coronavirus non ha ancora raggiunto il suo picco. La crisi potrebbe quindi rivelarsi più grave per albergatori, ristoratori e compagnie aeree.

Allarme Coronavirus: voli cancellati ed aeroporti chiusi

Con l’aumento dei contagi da COVID-19 cambia anche la vita all’interno degli aeroporti italiani ed internazionali. I maggiori cambiamenti risultano soprattutto dalle nuove restrizioni di viaggio imposte dall’amministrazione americana ai residenti europei. Resta comunque attiva l’emissione di nuovi visti e autorizzazioni ESTA, oltre la validità dei documenti emessi in precedenza.

Viaggiare in aereo dall’Italia

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 Marzo 2020 proibisce i viaggi per turismo. Il divieto si estende sia ai viaggi in Italia che a quelli all’estero e rimarrà in vigore almeno fino al 3 Aprile.

Di conseguenza, i maggiori aeroporti italiani hanno visto un calo drastico del traffico aereo giornaliero. In particolare:

  • a partire dal 12 Marzo, l’aviazione commerciale e civile di Milano si concentrerà nell’aeroporto di Malpensa. Poiché il traffico aereo sarà drasticamente ridotto, solo il Terminal 2, il più piccolo dei due, rimarrà in funzione;
  • l’aeroporto di Milano Linate chiuderà ai voli civili e commerciali. Rimarrà, però, aperto per eventuali emergenze e necessità sanitarie;
  • dal 14 Marzo, l’aeroporto di Roma Ciampino sospenderà tutti i voli di linea;
  • a partire dal 17 Marzo il traffico aereo dell’aeroporto di Roma Fiumicino sarà ridimensionato. Rimarrà, infatti, in funzione solo il Terminal 3. Il numero di voli negli aeroporti romani calerà del 45-50%.

Effetti del Coronavirus sul traffico aereo globale

Altri paesi potrebbero presto replicare le stesse misure in vigore in Italia. Il 12 Marzo il governo norvegese ha dichiarato che ridurrà il traffico aereo nel paese, chiudendo diversi aeroporti. Le autorità ipotizzano, inoltre, di chiudere una delle due piste dell’aeroporto di Oslo, il più grande del paese.

Le recenti restrizioni di viaggio del Presidente Trump hanno creato notevole confusione negli aeroporti statunitensi. L’area partenze internazionali dell’aeroporto di New York JFK è praticamente vuota, e il personale aeroportuale ha ridotto le ore lavorative.

Allo stesso tempo, però, gli ufficiali che eseguono i controlli aeroportuali lavorano senza mascherina o precauzioni particolari. È probabile che, in seguito alle nuove disposizioni presidenziali, anche gli aeroporti USA inizieranno ad attuare misure più restrittive.

Misure di controllo più severe

Chi può volare per motivi di assoluta necessità dovrà rispettare nuove misure di sicurezza. Negli aeroporti italiani sono in vigore i seguenti provvedimenti:

  • dal 5 Febbraio è obbligatorio il rilevamento della temperatura corporea per tutti i passeggeri provenienti da voli nazionali e internazionali;
  • distribuzione di materiale informativo sul Coronavirus in italiano, inglese e cinese;
  • aumento del personale di polizia frontaliera per evitare disordini e assembramenti;
  • obbligo del rispetto della distanza di 1 metro tra individui all’interno dell’aeroporto;
  • incremento a 1500 dello staff medico e sanitario presente in aeroporto;
  • misure di contenimento in caso di casi sospetti di Coronavirus;
  • necessità di presentare alle autorità aeroportuali un’autodichiarazione che attesti la necessità della partenza.

Molti paesi stranieri attuano misure simili, soprattutto per ciò che riguarda il rilevamento della temperatura. Altri impongono una quarantena obbligatoria per tutti i passeggeri provenienti da alcuni paesi, tra cui l’Italia.

Sicurezza in volo: gli aeromobili favoriscono i contagi?

COVID-19 si diffonde con una facilità maggiore anche della SARS. Di conseguenza, chi è costretto a viaggiare teme la possibilità di un contagio durante il volo. A motivare queste paure vi è anche il recente contagio di sette cittadini britannici.

I passeggeri avrebbero contratto il Coronavirus su un volo da Londra a Hanoi, a causa del contatto con una donna positiva. La 26enne vietnamita era stata alla Settimana della Moda di Milano e di Parigi prima di imbarcarsi sul volo. Si deve quindi pensare che gli aerei favoriscano il contagio?

Come si trasmette il virus?

Secondo gli esperti, gli aeromobili in sé non implicano rischi maggiori di contagio rispetto ad altri mezzi di trasporto. È la possibilità di esposizione a una persona positiva ad aumentare il rischio di trasmissione.

Quando qualcuno starnutisce o tossisce rilascia delle goccioline di saliva. Se queste si depositano sul volto o sul corpo di un’altra persona, questa è a rischio di contagio. Il contagio è anche possibile quando queste particelle si depositano su superfici con le quali si viene poi a contatto.

Queste modalità di contagio valgono naturalmente anche durante un volo. In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito i seguenti parametri applicabili alla permanenza in aereo:

  • si è esposti al contagio se si rimane per più di 10 minuti a meno di 1,82 metri da una persona malata;
  • il personale medico considera “a contatto” con un malato tutti i passeggeri entro due file da una persona positiva;
  • in generale, i passeggeri vicino ai finestrini sono quelli con meno possibilità di esposizione;
  • se ad essere positivo è un assistente di volo, tutti i passeggeri hanno maggiori probabilità di esposizione;
  • anche in aereo, è consigliabile lavarsi spesso le mani e igienizzare le superfici con le quali si viene a contatto.

Sicurezza e salute in volo

Ciascun aeromobile dispone di sistemi che garantiscono il riciclo e la sanificazione dell’aria. Questi impianti di ventilazione sono molto simili a quelli presenti negli ospedali e unità di terapia intensiva.

La maggior parte dei velivoli garantisce, infatti, dai 20 ai 30 ricambi d’aria all’ora, riciclando il 50% dell’aria. Questi sistemi consentono, soprattutto, di filtrare batteri e virus.

Chiaramente, la loro efficacia non è perfetta, e gli impianti filtrano circa il 99,97% dei microorganismi presenti nell’aria. Si tratta comunque di una percentuale altissima, che rende l’atmosfera in cabina perfettamente sicura.

Compagnie come Air Canada implementano, poi, ulteriori misure igieniche. Dopo ogni volo, infatti, il personale disinfetta tutte le superfici dell’aeromobile. I detergenti hanno le stesse proprietà di quelli impiegati in ospedale e garantiscono l’eliminazione di ogni tipo di Coronavirus.

Un momento di difficoltà per il turismo

È innegabile che la diffusione di COVID-19 abbia creato disagi al turismo globale. Molti stati hanno limitato la possibilità di viaggiare in Italia, paese che si trova temporaneamente in isolamento. È probabile, quindi, che il turismo globale arresterà la sua crescita nel 2020.

Tuttavia, viaggiare in aereo, nei limiti concessi, rimane relativamente sicuro. Le autorità aeroportuali hanno messo a punto misure pensate per contenere la possibilità di contagio. Allo stesso tempo, i sistemi di ventilazione degli aerei consentono di filtrate quasi perfettamente batteri e virus.

Se devi obbligatoriamente partire, ricorda di seguire le norme igienico-sanitarie consigliate. Ti raccomandiamo in ogni caso di monitorare costantemente i comunicati governativi e delle compagnie aeree riguardo alla tua possibilità di spostamento.