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Isole Vergini Americane: un paradiso terrestre

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Il nome dell’arcipelago è un omaggio a Sant’Orsola e alle sue seguaci, le Isole Vergini americane, ufficialmente Virgin Island of the United States, furono scoperte da Cristoforo Colombo nel 1493.

Le acque limpide che bagnano le spiagge bianche di questo vero e proprio paradiso, sono state a lungo casa di pirati ed esploratori. Grazie al terreno e al clima particolarmente adatti a certi tipi di colture, Spagna, Regno Unito, Danimarca e Francia si sono a lungo contesi il possesso delle isole.

La diatriba ebbe ufficialmente fine solo durante la Prima guerra mondiale, quando gli Stati Uniti acquistarono dalla Danimarca alcune delle isole, mentre altre rimangono ancora oggi sotto la giurisdizione inglese e portoricana. Oggi fanno parte dei territori americani.

Le Isole Vergini sono un luogo meraviglioso, ricco di bellezze naturali e storia. In questo articolo troverete una breve guida ad ognuna delle isole.

Dove sono le Isole Vergini Americane?

 

Veduta di Charlotte Amalie e la sua baia con barche
Charlotte Amalie

Le US Virgin Islands sono situate nel Mar dei Caraibi a circa 60 km dalle coste di Porto Rico e a 1800 km dalle coste della Florida. Le Isole Vergini americane fanno parte delle Piccole Antille, precisamente dell’arcipelago delle Isole Sopravento Settentrionali.

La loro posizione geografica permette ai visitatori di recarsi anche in altre zone dei Caraibi, come Antigua e Barbuda, le Barbados, Anguilla, Guadalupe e molte altre. Prima di pianificare una visita in altre isole caraibiche o città facilmente raggiungibili dalle US Virgin Islands, è necessario però informarsi sul tipo di documenti richiesti, poiché la propria autorizzazione ESTA permette di viaggiare solo in zone sotto il governo statunitense, come ad esempio Porto Rico.

Come raggiungere le US Virgin Islands?

Non esistono collegamenti diretti tra Italia e Isole Vergini americane, per raggiungerle è quindi necessario effettuare uno scalo negli USA e prendere da lì un volo per uno dei due aeroporti presenti sulle isole, quello di St. Thomas o quello di St. Croix. Da queste due isole sarà poi possibile spostarsi anche verso St. John e Water Island.

Essendo vicine alla Florida, le Isole Vergini americane si possono raggiungere in appena 2 ore dall’aeroporto di Miami. Inoltre, non mancano voli diretti per l’aeroporto Henry E. Rohlsen sull’isola di St. Croix, anche da altre città come New York e Atlanta.

I cittadini italiani che desiderano recarsi in vacanza nelle Isole Vergini americane dovranno procurarsi i seguenti documenti:

  • l’autorizzazione elettronica di viaggio ESTA, necessaria per viaggi della durata di massimo 90 giorni e/o transiti in territori statunitensi;
  • passaporto elettronico valido, anche i minori dovranno averne uno individuale, essendo necessario per viaggiare negli USA. Inoltre, anche durante la compilazione del modulo ESTA sono richiesti dati relativi al proprio passaporto;
  • biglietto aereo, sia di andata ovviamente, che di ritorno, quest’ultimo è richiesto per ottenere l’ESTA.

Quando andare a visitare le Isole?

Per approfittare al massimo di tutte le attività disponibili e delle bellezze presenti sulle isole, è necessario scegliere il periodo giusto in cui partire. Con un clima tropicale, nelle Isole Vergini le temperature sono abbastanza elevate durante tutto l’anno e i mesi sono raggruppabili in 2 periodi:

  • un periodo dal caldo afoso, da maggio a novembre, in cui le temperature raggiungono i 32°. Questi mesi però sono anche caratterizzati da abbondanti precipitazioni e, tra agosto ed ottobre, si verificano spesso uragani;
  • il periodo migliore per visitare le isole vergini è sicuramente il secondo, cioè da dicembre ad aprile. In questi mesi il caldo è più sopportabile, le temperature si aggirano intorno ai 29° e ci sono poche precipitazioni.

St. Thomas: a passeggio per la capitale

Sull’isola di St. Thomas si trova la capitale delle Isole Vergini americane, Charlotte Amalie. Una tappa obbligata se si è in vacanza sull’isola è il lungomare della città. Situato nella parte più moderna, si possono osservare yacht ormeggiati e ci si può fermare in svariati ristoranti, locali e negozi.

Ma man mano che ci si addentra per le stradine, l’aspetto da grande città lascia posto a luoghi che richiamano fortemente il periodo coloniale, con antiche mura, case dai tipici tetti rossastri e magazzini coloniali.

Luoghi d’interesse storico da visitare sull’isola di Saint Thomas

Hotel 1829

Questo hotel è l’antica residenza del ricco mercante francese, Alexander Lavalette, nel 1906 divenne un hotel. Ancora oggi sono presenti molti elementi della struttura originale, come i pavimenti in cotto, i decori in ceramica marocchina e le vetrate colorate.

Haagensen House

La Haagensen House era la residenza di un banchiere danese. Alcune delle stanze sono visitabili, permettendo di conoscere meglio lo stile di vita dei ricchi borghesi del XIX secolo.

Fort Christian

Questa fortezza  è una delle strutture più antiche presenti sull’isola di Saint Thomas. La costruzione del Fort Christian iniziò nel 1672, con lo scopo di proteggere i coloni dalle incursioni dei pirati. Oggi l’edificio ospita il Virgin Islands Museum, con la sua imponente torre dell’orologio ed il caratteristico rosso delle sue mura è una meta da visitare assolutamente.

Government Hill

Sulla collina sorgono diversi palazzi storici costruiti nel periodo danese. Partiamo con il Palazzo Legislativo, costruito nel 1847 e oggi sede del parlamento delle Isole Vergini americane. Il Palazzo del Governo venne invece costruito intorno al 1860, ancora oggi è la residenza del governatore delle isole, ma è possibile visitarne i primi due piani.

St. Thomas regala anche incredibili panorami ai suoi visitatori al Mountain Top: con i suoi 500 metri d’altezza, in passato rappresentava un importante punto strategico, oggi invece si sale qui per godersi la vista su Magen’s Bay e assaggiare il miglior Banana Daiquiri, un cocktail a base di banana, zucchero di canna e rum di produzione locale.

Ma le sorprese che quest’isola ha in serbo per i propri visitatori non finiscono qui. Saint Thomas è infatti famosa per essere un’autentica isola dei pirati!

I pirati dei Caraibi…

Il Blackbeard’s Castle ed i 99 Gradini si situano in cima alla scalinata risalente al XVII secolo, dove sorge il Castello di Barbanera, uno dei pirati più famosi della storia. Costruito nel tardo 1600, prima dell’arrivo del pirata, la torre del castello era utilizzata dai danesi per osservare il porto. In seguito, nel 1800 divenne la dimora di Barbanera.

La torre del Castello Barbanera o Blackbeard's Castle
Il castello Barbanera

Drake’s Seat: Può sembrare una semplice panca, ma la legenda narra che Sir Francis Drake, il famoso corsaro inglese, fosse solito osservare da qui i vascelli che attraversavano il Drake’s Passage.

Nel 1990 venne fatto un ritrovamento, che stringe ancora di più il legame tra i pirati e la meravigliosa isola di St. Thomas. Parliamo del ritrovamento della Trompeuse, il vascello del famoso pirata francese Jean Hamlin, che sull’isola aveva la protezione dell’allora governatore, Adolph Esmit.

Charles Carlile, cacciatore di pirati della Royal Navy Inglese, era stato posto a comando della HMS Francis con lo specifico incarico di catturare Hamlin. Nella notte del 31 luglio 1683, La Trompeuse si trovava a largo delle coste dell’isola.

Secondo i diari di Carlile, dopo essere stati attaccati sia dalla Trompeuse che dai cannoni del castello di St. Thomas, egli diede l’ordine di incendiare la nave pirata. Questa esplose essendo carica di polvere da sparo, illuminando il cielo notturno dei Caraibi.

Un punto strategico delle Isole Vergini: Water Island

Water Island è separata da St. Thomas da soli 4 km di mare. La sua posizione particolarmente favorevole l’ha resa un importante punto strategico sia durante il periodo coloniale, che nel corso delle guerre mondiali.

All’epoca della dominazione danese, molti pirati si recavano sull’isola per nascondersi dalle navi e dalle torri di controllo dei coloni, da qui era anche più facile per loro assaltare le navi mercantili che si recavano nel porto di St. Thomas.

Water Island fu anche l’ultima delle Isole Vergini ad essere acquistata dagli Stati Uniti, precisamente nel 1944. Sin da subito il governo statunitense fece dell’isola un punto di controllo strategico, iniziando anche la costruzione di Fort Segurra.

In realtà, si può dire che l’isola divenne ufficialmente la quarta Isola Vergine americana, solo nel 1996. Precedentemente a questa data, l’isola era infatti stata “affittata” da un imprenditore americano, Water Philips, che vi costruì case e hotel. La licenza passò poi a Edward McArdle, ma in seguito ad un uragano che si abbatté su Water Island nell’89 egli abbandonò i progetti che aveva per l’isola.

Il paesaggio di Water Island è caratterizzato da baie ed insenature, come quella di Honeymoon Beach, una spiaggia dalla sabbia bianca particolarmente adatta a viaggi romantici all’insegna dell’intimità.

St. John: il gioiello delle Isole Vergini

Il magnate della finanza Laurence Rockfeller riferendosi all’isola di Saint John, disse: “Questa terra meravigliosa sarà una gioia eterna per tutti”. Le sue parole descrivono alla perfezione la piccola isola. Egli stesso ne acquistò ampia parte, sostenendo la creazione dello US Virgin Islands National Park, di numerosi resort eco-compatibili e un hotel di lusso.

Il piccolo porto di Cruz Bay è facilmente raggiungibile da St. Thomas. Quest’isola è a misura di turista ed è sicuramente la migliore per chi vuole una vacanza rilassante, completamente immerso nella natura. Infatti, la maggior parte del terreno è compreso nel Parco Nazionale, annoverato anche tra le Biosfere Protette dell’UNESCO.

Se Cruz Bay è vibrante e allegra, dall’altro lato dell’isola si trova la pacifica Coral Bay. Anche se è principalmente un villaggio di pescatori e agricoltori, non mancano locali sulla spiaggia in cui godersi dell’ottimo cibo e musica dal vivo.

Anche a St. John è possibile fare immersioni e godere di alcune delle spiagge più belle del mondo, come: Salt Pond Bay Beach, Lameshur Beach e Haulover Bay, la migliore in cui fare snorkeling.

Le bellezze che l’isola ha da offrire non si concludono con le spiagge e i meravigliosi fondali marini, in cui sono osservabili pesci tropicali e la barriera corallina. Su quest’isola sono presenti numerose rovine storiche di piantagioni danesi risalenti al XVIII secolo concentrate soprattutto nella zona di Great Cinnamon Bay.

St. Croix: tra foresta e cittadine coloniali

Saint Croix è la più grande delle Isole Vergini americane ed è anche quella dove le strutture di costruzione coloniale sono rimaste meglio conservate.

Con un territorio così vasto, su St. Croix c’è una grande varietà di paesaggi, flora e fauna sia sull’isola stessa che nelle acque circostanti. La barriera corallina che circonda Isaac Bay e Jack Bay rende difficile l’accesso agli esseri umani, ma non alle tartarughe marine verdi, la Nature Conservacy qui gestisce una riserva naturale che comprende buona parte delle spiagge dell’isola, permettendo alle tartarughe di nidificare in tranquillità.

Inoltre, sull’isola vivono 100 specie di uccelli e il Mare dei Caraibi che la circonda è abitato da più di 400 specie di pesci tropicali. Se si parla di fauna locale, non si può dimenticare la razza autoctona di bovini Senepol, caratterizzata dal manto rossastro.

La flora dell’isola di St. Croix si divide tra una zona ad est caratterizzata da colline e boscaglia secca, ricca di cactus, alberi tropicali tipici e baobab, portati direttamente dall’Africa e ritenuti sacri. La zona ad ovest invece è la caratterizzata dell’umida foresta pluviale, un luogo suggestivo ed indimenticabile visitabile qui è Mohogany Road, non a caso l’albero di mogano è uno dei simboli dell’isola.

Città coloniali da visitare a St. Croix

  • Christiansted: l’area portuale della città venne costruita verso metà del 1600 dai francesi, ma raggiunse il massimo dello splendore sotto il governo danese. Le caratteristiche strutture coloniali, con palazzi turchesi e ampi portici, costruiti per proteggersi dai venti e dalle piogge tropicali, sono ancora oggi presenti nella città e la rendono un luogo di massimo interesse storico;
  • Fort Christiansvaern: progettato per proteggere la baia ed i coloni dalle incursioni dei pirati, la costruzione dell’edificio terminò nel 1749 ed inseguito fu anche utilizzato come tribunale e carcere dell’isola. Oggi è annoverato tra i National Historic Sites;
  • Steeple Building: la prima chiesa edificata dai danesi all’arrivo su St. Croix, sede del National Park Service Museum, è una finestra sulla vita quotidiana dell’isola dei secoli passati;
  • Frederiksted: la seconda cittadina ha una storia più travagliata, ma sono proprio gli avvenimenti che ebbero luogo in questa cittadina che valgono a Saint Croix il titolo di Isola Vergine americana “libera”. Anche Frederiksted venne costruita durante la dominazione danese, ma in seguito alle rivolte degli schiavi del 1848, gran parte delle strutture originali dell’isola vennero danneggiate e poi ricostruite in stile vittoriano.

Luoghi d’interesse a St. Croix

  • Buddhoe Park: le molte piantagioni sull’isola richiedevano un elevato numero di lavoratori e purtroppo, come ben sappiamo, questo era il periodo della tratta degli schiavi. Il 3 luglio 1848, dopo innumerevoli proteste, gran parte della popolazione di discendenza africana si recò nel piccolo parco, chiamati dal generale Buddhoe, per chiedere la libertà. Fu allora che il governatore Peter Von Sholten, pronunciò la frase che avrebbe segnato la fine della schiavitù nelle isole: “Tutti coloro che non sono liberi nei territori delle Indie Danesi Occidentali, saranno liberi!”;
  • Estate Mt. Washington Plantation: qui troviamo le rovine di una fabbrica di zucchero risalente al XVII secolo e un antico mulino a trazione animale che veniva utilizzato per produrlo;
  • Grange Plantation: fattoria costruita prima della fondazione della città, ancora oggi è funzionante producendo frutta e verdura per il mercato di St. Croix. Inoltre, vicino c’è anche un’antica fabbrica di birra, un museo pensato per coloro che sono curiosi di conoscere come si produceva la birra in passato qui sull’isola.
  • Cruzan Rum Distillery: sin dal 1650, qui si produce il rum più buono al mondo, seguendo ancora i vecchi metodi.

Isole Vergini, concentrato di natura e storia in mezzo ai Caraibi

I petroglifi alla Reef Bay
I petroglifi alla Reef Bay

Nel paradiso terrestre delle Isole Vergini, natura selvaggia e storia si uniscono in un dolce abbraccio. Sono una meta perfetta per ogni tipo di vacanza.

Sulle isole è possibile visitare dei luoghi di rilevante spessore storico, come le varie piantagioni e le cittadine coloniali, che permettono di toccare con mano il passato e osservare come si viveva sulle isole caraibiche al tempo. Per i più curiosi, sulle Isole sono stati anche ritrovati dei petroglifi risalenti all’epoca dei Taino, una popolazione amerindia ormai scomparsa.

Inoltre, i diversi siti risalenti all’epoca d’oro dei pirati, rendono le Isole Vergini un luogo interessante e divertente da visitare per tutta la famiglia. Sono disponibili diverse attività e tour organizzati appositamente per grandi e piccini incuriositi dai banditi dei sette mari.

Per i più sportivi, sulle isole è possibile fare hiking, grazie ai vari percorsi nel Parco Nazionale di St. John o a St. Croix. Ma l’attività migliore da intraprendere durante la propria vacanza qui è lo snorkeling.

Le Isole Vergini americane si sono piazzate più volte sul podio del premio “Best Snorkeling” istituito della rivista internazionale Scuba Diving. Infatti, basta pensare che St. Croix ha il più grande reef vivente di coralli e spugne dei Caraibi. Osservare da vicino la barriera corallina e le varie specie di pesci tropicali che abitano il Mar dei Caraibi, è un’emozione indimenticabile.

Dopo un primo viaggio in questo luogo meraviglioso, non potrete fare altro che tornare ancora!

Ti lasciamo con questo video della barriera corallina di St. Croix, fatto da whereserik:

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